Il Pd a Pomante: «Sei tu che ci hai chiesto di 'adottarti'»

TERAMO – Le primarie sono strumento che ha permesso al Pd «scelte alternative  sorprendenti premiate dai caittadini al momento del voto, straordinario strumento di voto». E’ arrivata la replica del Pd provinciale contro le esternazioni del candidato a sindaco dei Movimenti civici, Gianluca Pomante. Il botta e risposta si snoda sul significato delle primarie («testimonianza di un impegno civile e politico a viso aperto: quello che sceglie il dialogo, la sfida e il ragionamento al posto dell’insulto e del dileggio»), ma anche sul piano diretto: «Chi ti vuole comprare? Chi ha esercitato metodi discutibili per convincerti a competere alle primarie? Quali sarebbero questi metodi discutibili? Chi sono i vecchi tromboni?  Chi sono gli amici sui quali staremmo facendo pressioni? Non si può invocare la trasparenza e la correttezza se poi si utilizza uno stile allusivo che sembra la parodia della sceneggiatura di un film sul clan dei corleonesi, lasciando intendere, usando metafore, minacciando». «Non ti interessano le primarie – scrive il Pd provinciale a Pomante -? Francamente è un tuo problema, noi l’invito lo abbiamo rivolto a tutti coloro che predicano un’alternativa e sei tu che hai chiesto a noi di essere “adottato” come candidato. Ma l’adozione non rientra fra nessuno degli istituti di democrazia partecipata dove l’ultima parola spetta a cittadini e agli iscritti non certo ad una elite che, evidentemente, si ritiene illuminata. Una versione moderna della teoria politica che vede pochi intelligenti pensatori dispensare soluzioni per tutti: lo stesso stile che dite di voler combattere». Ricordando che da un decennio il  partito si mette in discussione, il Pd invita il candidato deli Movimenti civici a illustrare programma ed ideali «che al momento si perdono fra slogan, battute e insulti personali indirizzati a 360 gradi a chiunque non ‘vi adotti’. Siamo sicuri – conclude la nota Pd – che questa si chiama democrazia? No, assolutamente rspettosi dell’altrui pensiero, cominciamo ad avere dei dubbi».